L’invecchiamento è un problema sociale importante e la retina invecchia più rapidamente di altri organi, in parte a causa del suo elevato tasso metabolico (1).

Inoltre, l’eccesso di luce blu, peculiare dell’illuminazione a led convenzionale e degli schermi di pc, smartphone, tablet, TV, ecc., è in grado di creare danni fotochimici associati allo stress ossidativo e all’apoptosi mitocondriale (2).

A 70 anni il 30% dei bastoncelli centrali muore e i coni hanno una funzionalità ridotta1. Il ritmo dell’invecchiamento è in parte controllato dal metabolismo cellulare, regolato dai mitocondri che producono adenosina trifosfato (ATP).

La densità mitocondriale è maggiore nei fotorecettori e il loro declino può essere collegato alla riduzione della funzione retinica e all’insorgenza di malattie legate all’età. Tuttavia, le prestazioni dei mitocondri invecchiati (e/o stressati dall’eccesso di luce blu), possono essere migliorate otticamente tramite la fotobiomodulazione. I miglioramenti della funzionalità dei nostri preziosi organelli indotti dalla luce sono associati a un aumento del potenziale di membrana mitocondriale e della produzione di ATP. Inoltre, la fotobiomodulazione può migliorare la funzione della retina e del sistema nervoso centrale in generale, diminuita a causa dell’età o di un danno mitocondriale.

I ricercatori hanno dimostrato che un’esposizione giornaliera relativamente breve ad una fonte di luce rossa a 670 nm per 2 settimane può migliorare significativamente la funzione retinica nelle persone di età superiore ai 40 anni, in particolare relativamente ai coni, che mediano l’asse visivo tritano, che noi vediamo come blu.
L’asse visivo rosso (protano) è migliorato ma non in modo significativo. Anche le soglie dei bastoncelli sono migliorate significativamente nei soggetti di età superiore ai 40 anni. L’uso di lunghezze d’onda specifiche per migliorare le prestazioni mitocondriali si è rivelato importante per moderare il processo di invecchiamento in questi tessuti metabolicamente esigenti.

Un altro studio ha messo in evidenza l’efficacia della luce rossa a 670 nm per la salute degli occhi (3), riscontrando che singole esposizioni di 3 minuti, a energie molto più basse di quelle utilizzate in precedenza, sono sufficienti a migliorare significativamente per 1 settimana la soglia di contrasto cromatico mediata dai coni (rilevazione) in persone di età compresa tra i 37 e i 70 anni fino a livelli associati a soggetti più giovani. Ma la luce deve essere fornita in momenti specifici. In ambienti con illuminazione artificiale gli esseri umani sono raramente adattati al buio; quindi, la funzione dei coni diventa critica. Questo intervento, che migliora la funzione mitocondriale, può essere applicato per migliorare la visione dei colori, soprattutto in età avanzata.

L’esposizione alla luce rossa e del vicino infrarosso (650-900 nm) negli animali migliora la funzione mitocondriale, aumentando la produzione di ATP e modulando le specie reattive dell’ossigeno (ROS). Inoltre, riduce il ritmo della morte cellulare legata all’età nella retina. Questi cambiamenti mitocondriali si traducono in un miglioramento delle risposte elettrofisiologiche retiniche e l’aumento della disponibilità di ATP a livello ottico ha un impatto potenzialmente diffuso, che trova riscontri nei modelli di invecchiamento sui mammiferi e nel prolungamento della durata della vita negli insetti.

Anche l’ora di esposizione è fondamentale, poiché è stato osservato che la luce a 670 nm si è rivelata efficace solo al mattino. Questa dipendenza è probabilmente dovuta alla diversa funzionalità mitocondriale nel corso della giornata, e l’esposizione alla luce è probabilmente efficace solo se sincronizzata con questi processi; ci sono momenti in cui i mitocondri sembrano essere particolarmente sensibili. Tuttavia, sarebbe sorprendente se la loro funzione potesse essere migliorata in modo uniforme in questo periodo.

Le lampade a luce rossa e del vicino infrarosso ELIOSLAMP (PLUTO, SATURN E VENUS), utilizzano proprio la “magica” lunghezza d’onda di 670 nm, che si “sintonizza” maggiormente con i nostri preziosi mitocondri rispetto ad altre lunghezze d’onda sub-ottimali (e più economiche) utilizzate dalla concorrenza.

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RIFERIMENTI

1- Harpreet Shinhmar, MSc, Manjot Grewal, BSc, Sobha Sivaprasad, MBBS, PhD, Chris Hogg, Victor Chong, MBBS, PhD, Magella Neveu, PhD, Glen Jeffery, DPhil, Optically Improved Mitochondrial Function Redeems Aged Human Visual Decline, The Journals of Gerontology: Series A, Volume 75, Issue 9, September 2020, Pages e49–e52, https://doi.org/10.1093/gerona/glaa155

2- Xinli Ouyang, Jing Yang, Zexin Hong, Yide Wu, Yongfang Xie, Guohui Wang,
Mechanisms of blue light-induced eye hazard and protective measures: a review,
Biomedicine & Pharmacotherapy,
Volume 130, 2020, 110577, ISSN 0753-3322,
https://doi.org/10.1016/j.biopha.2020.110577.

3- Shinhmar, H., Hogg, C., Neveu, M. et al. Weeklong improved colour contrasts sensitivity after single 670 nm exposures associated with enhanced mitochondrial function. Sci Rep 11, 22872 (2021). https://doi.org/10.1038/s41598-021-02311-1

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